Così capii che quell'uomo dovevo essere io.

Testimonianza di don Marcel Mattana, Diacono Permanente e della sua sposa Gabriella

| 30 Marzo 2021 | Testimonianze | Collegio dei Diaconi Permanenti
Così capii che quell'uomo dovevo essere io.

Marcel: circa 40 anni fa ho incontrato Gesù, dopo aver vissuto per 6 anni nella droga. È stato un incontro che ha rivoluzionato la mia vita. Dopo circa un anno, nel quale cercavo di ricomporre me stesso con l'aiuto del Signore, ho fatto l’esperienza di una potente effusione dello Spirito Santo.
Da quel momento è iniziata la mia ricerca vocazionale; per la prima volta ho cominciato a pensare non a ciò che volevo io , ma a quello che Dio voleva per me: quale era il suo progetto nei miei confronti? Certamente non correvo il rischio di fare confusione; la scelta sul mio futuro si riduceva a due possibilità: o mi sposavo o mi facevo prete. Quest'ultima soluzione però non mi attirava troppo; pur stimando molto il sacerdozio, io mi sarei sentito più realizzato e felice accanto a una ragazza.
In quel periodo, durante la Convocazione Nazionale del RnS a Rimini, dopo una preghiera di lode intensa, dal palco dell'animazione venne fatto un invito. In quel momento ero talmente immerso nella preghiera che non capii il significato dell'invito, vidi però alcuni giovani avviarsi verso il palco, così mi unii a loro e tutta l'assemblea pregò per noi. Rientrando al mio posto capii, con sgomento, che dal palco avevano chiamato tutti i giovani che volevano consacrarsi al Signore.  Questa però non era la mia strada e così tre anni dopo mi sposai.

Gabriella: si sposò con me, che ero stata una ragazzina idealista e combattiva; forse per questo il Signore pensò di farmi presto il grande dono dell'effusione.
A 16 anni feci l'esperienza bellissima dell'amore di Dio e capii che ogni mio passo l'avrei voluto fare sotto il suo sguardo e la sua guida. Quando nel 1983 incontrai Marcel, mi innamorai del suo zelo per la "casa del Signore" e con abbandono alla Provvidenza divina mi incamminai con lui verso il matrimonio.
La fiducia nella provvidenza ha segnato molte tappe del nostro cammino; ci fu la gioia della prima gravidanza, che però terminò al settimo mese con la nostra Laura che andò in cielo. Poi arrivo Alessia, nata settimina, sana e piena di vita. Ebbi ancora un aborto, e in seguito dovremmo rassegnarci ad avere una figlia unica. Fin dai primi anni di matrimonio il nostro cammino nel Rinnovamento, sostenuto e arricchito da altre giovani coppie, illuminava sempre di più anche la nostra vita privata (lavoro, soldi, tempo libero, famiglia, accoglienza...).
Cosicché fu naturale lasciarci coinvolgere con i nostri amici in una "relazione comunitaria" che, rispetto alla consueta vita del gruppo, entrava molto di più nell'intimo della nostra esperienza familiare. È in questo contesto di grazia che sono maturate le nostre scelte più "coraggiose" e i nostri sì alla volontà del Padre.

Marcel: Una di queste scelte è stata indubbiamente quella del mio diaconato.  L’invito del nostro Vescovo affinché diventassi diacono mi colse del tutto impreparato.  Ricordo che allora questa chiamata mi aveva molto turbato. Era stato il Vescovo Eugenio Corecco a pormi, di punto in bianco, la domanda: "Marcel, quando diventerai diacono?".
Anche Gabriella era, a dir poco, perplessa  e mi faceva notare le grandi difficoltà alle quali sarei andato incontro, a cominciare dall’ostacolo che vedeva a causa del mio spirito anarchico di fronte alle regole (come quelle imposte dalla liturgia) e la mia allergia all'obbedienza (retaggio del mio passato vissuto nella droga).
Però decidemmo che il tempo necessario alla formazione teologica ci avrebbe consentito di discernere con calma la volontà del Signore. Due segni me li diede subito: un amore allo studio che non avevo mai avuto e una passione per la liturgia, che scoprii in tutta la sua bellezza nella comunità delle Beatitudini.
il 15 agosto 1995 eravamo in un santuario in alta montagna a festeggiare l'Assunta quando, al termine di una intensa intercessione per le vocazioni religiose fatta dal cardinale Martini, il prevosto si rivolse alla piccola assemblea presente augurandosi che proprio in quel santuario fosse presente almeno un uomo generoso che esprimesse il suo sì. Mi guardai intorno e, con stupore, vidi solo anziani e bambini... Così capii che quell'uomo dovevo essere io. Contemporaneamente Gabriella veniva colpita nell'intimo dal sì detto da Maria all'angelo e così si sentii anche lei serena di potersi fidare del Signore.

Gabriella: il 10 gennaio 1998  Marcel venne consacrato diacono  dal Vescovo Giuseppe Torti e tutta la famiglia fu investita dalla grazia di questa consacrazione,  proprio come ci aveva annunciato il vescovo nella predica dell’ordinazione: "Vi verrà addosso un uragano di grazia”.
Anche quella sottile nostalgia di una famiglia numerosa, presentata per anni al Signore attraverso tante suppliche (soprattutto di Alessia), cominciava ad attenuarsi;  ci eravamo ben assestati in tre!  Però, a un anno e mezzo dall'ordinazione, il Signore rispose alle nostre preghiere attraverso uno squillo telefonico: "C'è un bambino rumeno di 6 anni che cerca una famiglia".  Ancora una volta era attraverso il cammino di fraternità che il Signore ci lanciava le sfide per la nostra vita e ci dava l'aiuto per rispondere di sì.  Così 4 mesi dopo ci ritrovammo in quattro: Basilio venne nella nostra famiglia come un dono di Natale.

Marcel: Facendo memoria di questi avvenimenti, oggi possiamo solo ringraziare il Signore per la sua fedeltà e per averci condotti passo dopo passo, tenendoci per mano come un padre premuroso. Per questo, usando le parole di San Paolo, vogliamo testimoniare che "i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili!" (Rom 11,29).  A Lui la lode e la gloria nei secoli!

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I coniugi Gabriella e Marcel Mattana

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